lunedì 17 aprile 2017
giovedì 13 aprile 2017
dal linguaggio di genere alla prevenzione del femminicidio
ci fa piacere pubblicare anche questa notizia che esce - giustamente! - in contemporanea a quella sul linguaggio di genere pubblicata poco fa:
Dal Consiglio
comunale di Firenze
Il Consiglio
comunale ha approvato all'unanimità la Risoluzione "Azioni per contrastare
il femminicidio" proposta da Donella Verdi, Tommaso Grassi e Giacomo Trombi
del Gruppo Firenze Riparte a Sinistra.
"Visto il dilagare del fenomeno della violenza maschile sulle donne, i dati allarmanti forniti dall'ISTAT ma, sottostimati poiché la violenza domestica e molto difficile da far emergere, occorrono – afferma Donella Verdi – provvedimenti strutturali che diano piena applicazione alla Convenzione di Istanbul, ratificata dall'Italia nel 2013 agendo sull'educazione, la formazione e la prevenzione e inserendo l'educazione sessuale e affettiva nelle scuole di ogni ordine e grado applicando il Codice Polite ai contenuti dei libri di testo.
Nella Risoluzione, tra le altre cose – aggiunge Donella Verdi – si chiede al al Governo di mettere a disposizione i fondi previsti dalla Legge 119 del 2013 sul femminicidio per il Piano Straordinario contro la violenza alle donne, di aumentare le risorse per case rifugio e centri antiviolenza, adeguata formazione a chi opera nel settore e risorse per la protezione alle donne che denunciano".
"Visto il dilagare del fenomeno della violenza maschile sulle donne, i dati allarmanti forniti dall'ISTAT ma, sottostimati poiché la violenza domestica e molto difficile da far emergere, occorrono – afferma Donella Verdi – provvedimenti strutturali che diano piena applicazione alla Convenzione di Istanbul, ratificata dall'Italia nel 2013 agendo sull'educazione, la formazione e la prevenzione e inserendo l'educazione sessuale e affettiva nelle scuole di ogni ordine e grado applicando il Codice Polite ai contenuti dei libri di testo.
Nella Risoluzione, tra le altre cose – aggiunge Donella Verdi – si chiede al al Governo di mettere a disposizione i fondi previsti dalla Legge 119 del 2013 sul femminicidio per il Piano Straordinario contro la violenza alle donne, di aumentare le risorse per case rifugio e centri antiviolenza, adeguata formazione a chi opera nel settore e risorse per la protezione alle donne che denunciano".
10/04/2017 Linguaggio di genere in tutti i regolamenti del Comune di Firenze
Approvata
deliberazione presentato dal gruppo Firenze Riparte a Sinistra
Il Consiglio
comunale ha approvato oggi, con 27 voti a favore e 2 contrari (a favore: FRS,
PD, MDP, La Scaletti - Firenze Viva, Cinque Stelle, Misto; Contrari: Forza
Italia), la deliberazione di modifica dello Statuto proposta dal Gruppo
consiliare di Firenze Riparte a Sinistra (Donella Verdi, Tommaso Grassi e
Giacomo Trombi), atto che introduce il linguaggio di genere in ogni nuovo
regolamento e l'adeguamento degli altri al momento in cui si introduca
qualunque modifica.
Questa delibera – spiega la consigliera di Firenze
riparte a sinistra Donella Verdi – ha l'intento di dare seguito, come già
fatto in fase di riscrittura del Regolamento del Consiglio comunale, al prezioso
lavoro sulla parità di genere fatto nella precedente consiliatura per volontà
del Comitato e Commissione per le Pari Opportunità.
Un lavoro che ha portato all'adozione delle "Linee Guida per l'uso del genere nel linguaggio amministrativo", anche grazie alla fondamentale collaborazione dell'Accademia della Crusca, che la nostra Città ha l'onore di ospitare, dell'Università di Firenze e Modena e della Professoressa, esperta linguista, Cecilia Robustelli.
Si tratta del primo progetto di questo genere in Italia e offre un concreto punto di riferimento per l'adeguamento del linguaggio di genere nei testi dell'amministrazione pubblica, con lo scopo di adottare un linguaggio non discriminante, che valorizzi la presenza e il riconoscimento delle donne e che garantisca un linguaggio rispettoso dell'identità di genere, ma mantenendo allo stesso tempo la chiarezza dei testi.
E' un ulteriore fondamentale passo per uscire dalla parità come omologazione al modello maschile, nonostante che le donne ricoprano, ormai, ogni genere di carica, istituzionale e professionale, ma restando troppo spesso nascoste in un linguaggio grammaticalmente tutto al maschile, che di fatto le rende invisibili.Nonostante tutto questo lavoro, però, sono ancora forti le resistenze ad adattare il linguaggio alla nuova realtà sociale e si continua a definire le donne grammaticalmente al maschile: una donna può essere "incinta" ma resta sempre "ministro". Si dice che ci sono argomenti più importanti per cui le donne dovrebbero battersi o c'è chi lamenta la bruttezza delle declinazioni. Eppure maestra, infermiera, cuoca, modella, lavandaia, commessa, segretaria non suscitano stupore, ma son certa che creerebbe molto stupore dire "sindaca" o "ministra" rivolgendosi a un uomo. E quindi si tratta non di una ragione linguistica, ma una ragione di tipo culturale.
E' necessario, come ci sta indicando l'Accademia della Crusca – conclude la consigliera di Firenze riparte a Sinistra Donella Verdi – andare incontro anche a questo necessario cambiamento culturale attraverso l'evoluzione della lingua. Perché un uso della lingua italiana consapevole non è elemento secondario al raggiungimento dei diritti e alle grandi battaglie, ma ne è parte essenziale, perché contribuisce a rappresentare con le nostre parole il riconoscimento pieno delle donne nella società e nella cittadinanza. (s.spa.)
Un lavoro che ha portato all'adozione delle "Linee Guida per l'uso del genere nel linguaggio amministrativo", anche grazie alla fondamentale collaborazione dell'Accademia della Crusca, che la nostra Città ha l'onore di ospitare, dell'Università di Firenze e Modena e della Professoressa, esperta linguista, Cecilia Robustelli.
Si tratta del primo progetto di questo genere in Italia e offre un concreto punto di riferimento per l'adeguamento del linguaggio di genere nei testi dell'amministrazione pubblica, con lo scopo di adottare un linguaggio non discriminante, che valorizzi la presenza e il riconoscimento delle donne e che garantisca un linguaggio rispettoso dell'identità di genere, ma mantenendo allo stesso tempo la chiarezza dei testi.
E' un ulteriore fondamentale passo per uscire dalla parità come omologazione al modello maschile, nonostante che le donne ricoprano, ormai, ogni genere di carica, istituzionale e professionale, ma restando troppo spesso nascoste in un linguaggio grammaticalmente tutto al maschile, che di fatto le rende invisibili.Nonostante tutto questo lavoro, però, sono ancora forti le resistenze ad adattare il linguaggio alla nuova realtà sociale e si continua a definire le donne grammaticalmente al maschile: una donna può essere "incinta" ma resta sempre "ministro". Si dice che ci sono argomenti più importanti per cui le donne dovrebbero battersi o c'è chi lamenta la bruttezza delle declinazioni. Eppure maestra, infermiera, cuoca, modella, lavandaia, commessa, segretaria non suscitano stupore, ma son certa che creerebbe molto stupore dire "sindaca" o "ministra" rivolgendosi a un uomo. E quindi si tratta non di una ragione linguistica, ma una ragione di tipo culturale.
E' necessario, come ci sta indicando l'Accademia della Crusca – conclude la consigliera di Firenze riparte a Sinistra Donella Verdi – andare incontro anche a questo necessario cambiamento culturale attraverso l'evoluzione della lingua. Perché un uso della lingua italiana consapevole non è elemento secondario al raggiungimento dei diritti e alle grandi battaglie, ma ne è parte essenziale, perché contribuisce a rappresentare con le nostre parole il riconoscimento pieno delle donne nella società e nella cittadinanza. (s.spa.)
domenica 9 aprile 2017
semafori a Londra (l'anno scorso)
https://www.londradavivere.com/news/curiosita-news/i-semafori-di-londra-omaggiano-le-diversita-sessuali-in-occasione-del-pride-in-london/