La Regione mette al bando le parole sessiste. Barni: "Il linguaggio motore del cambiamento culturale"
Scritto da Barbara Cremoncini, mercoledi 13 marzo 2019 alle 12:09
FIRENZE - Un manuale per informare e sensibilizzare
il personale della Regione sull'uso di un linguaggio amministrativo non sessista
nella redazione di atti e documenti. Servono a questo le "Linee guida operative
approvate dalla giunta regionale su proposta della vice presidente e assessora
alla cultura università e ricerca Monica Barni e dell'assessore alla presidenza
Vittorio Bugli. Un documento di una decina di pagine dove, senza prefigurare
schemi rigidi o coniare neologismi, si suggerisce l'uso di espressioni e termini
compatibili con il corretto uso della lingua italiana, per evitare riferimenti
sessisti e dare visibilità concreta al genere femminile.
"Il linguaggio è l'espressione di una cultura -
afferma la vice presidente Monica Barni - ma quando quest'ultima tarda ad
evolversi il linguaggio può fare da traino per il cambiamento. Perché anche da
piccole cose, apparentermente poco importanti, passa la battaglia contro gli
stereotipi di genere che tanto pesano, anche dolorosamente, sulla vita del
nostro Paese. E'giusto far uscire dall'invisibilità, anche in un documento
burocratico, tante consigliere, assessore e sindache e, più in generale, dare
conto del fatto che molti ruoli professionali, un tempo appannaggio maschile,
sono adesso ricoperti da donne. La Regione vuole dare un segnale di
consapevolezza, essere un punto di riferimento anche per altri che vogliano
intraprendere la nostra scelta".
Nel manuale proposto al personale non si troveranno
regole meccaniche né forzature linguistiche, ma il consiglio di trovare, caso
per caso, la soluzione migliore secondo il testo da realizzare, partendo dal
presupposto che le tradizioni culturali radicate nella nostra società, non
disponendo la lingua italiana di un genere neutro, hanno portato all'uso
generalizzato della forma maschile. In concreto, si cerca di dare avvio ad un
percorso che conduca da un lato all'utilizzo, laddove possibile, di espressioni
non discriminatorie tra i sessi; dall'altro, all'indicazione di strategie
redazionali volte alla declinazione al femminile di alcuni termini riferiti a
professioni e ruoli fino ad oggi riservati al genere maschile. Di qui, anche
l'invito all'uso di "termini collettivi", tipo "la cittadinanza" al posto de "i
cittadini";, "l'utenza" al posto de "gli utenti", il "corpo insegnante"
al posto de "gli insegnanti".
Neutralizzare il genere può voler dire anche "fare
uso della forma passiva che permette di non esplicitare chi compie l'azione". Da
usare il più possibile, poi, anche la forma impersonale, che "può servire ad
aggirare l'uso del maschile generico". Un'altra tecnica raccomandata, l'uso di
sostantivi promiscui, quelli che hanno un'unica forma sia al maschile che al
femminile, accompagnati dall'articolo determinativo nel caso sia nota
l'identità del soggetto. Esempio: il responsabile, la responsabile, il manager,
la manager ecc.
"L'adozione di questa delibera - spiega ancora
Monica Barni - vuole essere uno stimolo alla riflessione anche per altre
organizzazioni ed enti pubblici. Dispiace che, proprio in questi giorni, il
Comune di Siena, che in questo campo era stato precursore, abbia deciso di
rivedere un analogo documento che aveva adottato nel 2016. Ci auguriamo, visto
che il Comune ha annunciato che non tornerà indietro sui principi, che si
tratti di approfondimenti migliorativi. Aspetto fiduciosa il nuovo testo".
"Le politiche non sono neutrali - ricorda
l'assessore al personale Vittorio Bugli - hanno spesso ricadute diverse su
uomini e donne e l'utilizzo del linguaggio aiuta ad evidenziarlo. In questo
senso, la delibera adottata ieri si pone in continuià con la redazione del
bilancio di genere, previsto dalla legge regionale 16 del 2009. Le linee guida
si inseriscono nell'ambito del Piano delle Azioni Positive per il personale
della Regione Toscana e nel Piano delle attività formative 2017-2018, l'Ufficio
Formazione organizzerà nel primo semestre 2019 un seminario, rivolto alla
dirigenza dell'amministrazione e degli enti dipendenti per illustrare la
normativa di riferimento internazionale, europea e nazionale pe le buone
pratiche per l'adozione di un linguaggio amministrativo attento alle differenze
di genere e fornire indicazioni e strumenti operativi uniformi".