lunedì 19 dicembre 2016

Care tutte, sabato 10 dicembre, come era stato annunciato, il gruppo “il sessismo nei linguaggi” ha tenuta alla Casa della Donna l’ultima riunione del 2016.
Eravamo poche ma tutte sempre più convinte dell’utilità del nostro lavoro specialmente ora che finalmente da più parti il tema del linguaggio discriminante si sta diffondendo con reazioni positive e negative sia da alte cariche dello Stato (v. Mattarella e Napolitano) che dalla gente comune.
Chiudiamo le attività di questo anno con un ultimo piccolo ma significativo risultato. L’ufficio anagrafe del comune di Pisa, dopo nostra segnalazione, ha cambiato sulla carta di identità cartacea un timbro non rispettoso delle differenze di genere. Troverete quanto prima tutta la documentazione su questo blog!
Per il 2017 proponiamo di incontrarci una volta al mese e di partecipare con i nostri contenuti alle attività del marzo delle donne 2017.
Appena stabilita la data del primo incontro del prossimo anno lo comunicheremo. Vi invitiamo intanto di nuovo ad aprire e a collaborare con il nostro blog, a lasciare segnalazioni e commenti, a proporci vostre autonome iniziative e ad informare altre donne che pensate possano essere interessate a questo nostro gruppo.
BUONE FESTIVITA’ 2016/2017

DIVERSI PUNTI DI VISTA

Al momento del giuramento per la formazione del nuovo governo il Presidente della Repubblica Mattarella si è rivolto alle donne chiamandole MINISTRE...

...però...

l'ex Presidente della Repubblica Napolitano insiste nel "reagire alla trasformazione di dignitosi vocaboli della lingua italiana nell’orribile appellativo di ministra o in quello abominevole di sindaca" e quindi si è rivolto a Valeria Fedeli chiamandola ministro.
Qui il link al commento di Monica Lanfranco sul Fatto Quotidiano.

Per farvi un'idea, potete anche leggere i commenti dei lettori (anche di qualche lettrice).http://www.ilfattoquotidiano.it/2016/12/16/sindaca-e-ministra-un-abominio-per-napolitano-presidente-le-parole-contano/3264226/


...incongruenze...

 

sabato 10 dicembre 2016

NOTIZIA ANSA

(ANSA) - ROMA, 8 DIC 2016 - Lunga stretta di mano tra il Papa e la sindaca di Roma Virginia Raggi. Il pontefice era a piazza di Spagna a Roma per il tradizionale omaggio all'Immacolata. Il Papa, nel salutare Raggi, era sorridente. Prima del sindaco ad accogliere il pontefice il cardinale vicario di Roma Agostino Vallini. Anche prima di congedarsi, il Papa ha salutato nuovamente Raggi per qualche minuto, in un clima che sembrava molto cordiale. Poi il pontefice si è diretto a Santa Maria Maggiore.
  
....che ne pensate?

venerdì 2 dicembre 2016

!!!attenzione!!!
RIUNIONE
DEL GRUPPO IL SESSISMO NEI LINGUAGGI

IDEE, PROPOSTE, INIZIATIVE PER IL PROSSIMO ANNO

SABATO 10 DICEMBRE DALLE 16 ALLE 18
PRESSO LA CASA DELLA DONNA

siete tutte invitate a partecipare!


LINGUAGGIO DI GENERE IN EDICOLA!


dalla scorsa settimana è in edicola l'Italiano.4. Sindaco e sindaca: il linguaggio di genere, il quarto libro di una serie curata dall'Accademia della Crusca per conoscere ed usare la lingua italiana (esce tutte le settimane con Repubblica o Espresso).
Il numero 4, uscito la scorsa settimana ma ancora nelle principali edicole, è curato da Cecilia Robustelli, linguista dell'Università di Modena e Reggio Emilia.
Diremmo che è come un aggiornamento dello storico manuale di Alma Sabatini!
Costa poco ed aiuta molto, con garbo ed intelligenza.
Buona lettura!
 

mercoledì 23 novembre 2016

Una nostra iniziativa



sessismo linguaggi ilsessismoneilinguaggi@gmail.com

Allegati17:50 (8 minuti fa)
smsbiblio

Allegato a questa nostra mail il modulo in uso alla vostra biblioteca..
Riteniamo importante e significativo l'uso  corretto del  linguaggio di genere, che, però, non è esteso a tutto il modulo.
.Potreste provvedere in tal senso?

 
         Cordiali saluti,

il gruppo " Il sessismo nei linguaggi" della Casa della donna di Pisa






domenica 20 novembre 2016




QUOTIDIANE DISCRIMINAZIONI
(vi offriamo una traduzione della pagina che abbiamo pubblicato dalla Francia)

Oggi in libreria una Guida pratica per una comunicazione pubblica senza stereotipi di genere


Per consultare la Guida : http://bit.ly/2fejwZ7
Per ordinarla online: bit.ly/2fbW3Wa
Per scaricarla : bit.ly/2fcaGc1
Per firmare la convenzione: bit.ly/2eU9kV6
La lista dei firmatari aggiornata: bit.ly/2fuNglZ

Mercoledì 2 novembre, l'Alto Consiglio per l'Uguaglianza fra donne ed uomini pubblica in libreria la “Guida pratica per una comunicazione pubblica senza stereotipi di genere”, in partenariato con la Documentation Française. In questa occasione e nel quadro del piano di mobilitazione contro il sessismo, la Ministra dell'Infanzia, delle Famiglie e dei Diritti delle donne firmerà la convenzione d'impegno per una comunicazione pubblica senza stereotipi di genere; così faranno anche il Ministro degli Affari sociali e della Salute e il Ministro del Lavoro, della formazione professionale e del dialogo sociale.
Il mercato della comunicazione pubblica è stimato per più di 1 miliardo di euro ogni anno. Colloqui, campagne di affissioni, spot radiofonici...la comunicazione pubblica tocca tutta la popolazione, da livello più locale fino al Governo. Nonostante ciò, se l'uguaglianza fra donne ed uomini oggi è promossa a tutti i livelli, la comunicazione pubblica ancora oggi veicola gli stereotipi di genere:
- nella lingua: usando il maschile detto “neutro” e “universale” nei testi ufficiali ma anche nei titoli dei mestieri, il che contribuisce a rendere invisibili le donne;
- nelle immagini: rinchiudendo donne ed uomini in rappresentazioni stereotipate: colori dolci o rosa per le donne/scuri o blu per gli uomoni, posizioni lascive o materne per le donne/ ambizione e dominio per gli uomini
- sul palco e al microfono con una presenza squilibrata fra donne ed uomini.
Per mezzo di 10 raccomandazioni concrete, la Guida fornisce delle chiavi per fare in modo che la comunicazione contribuisca alla lotta contro gli stereotipi, invece di lasciarli perdurare o peggio di alimentarli.
Dopo il successo della versione 2015 della Guida (quasi 10.000 copie diffuse presso partner chiave e 20 interventi di sensibilizzazione), questa guida può ormai essere uno strumento per chiunque voglia impegnarsi per una comunicazione esemplare, nell'ambito della propria associazione, impresa o organizzazione. Venduta dalla Documentation Française al prezzo di 3,50 €, può essere ordinata in tutte le librerie.
Un anno fa, l'Alto Consiglio per l'Uguaglianza fra donne ed uomini aveva incoraggiato i poteri pubblici a firmare una Convenzione d'impegno per una comunicazione pubblica senza stereotipi di genere. Un anno dopo, la lista dei firmatari conta numerose istituzioni ed enti importanti che iniziano una campagna di sensibilizzazione e di cambiamento di pratiche interna: il Consiglio Economico Sociale ed Ambientale (CESE), il Centro Nazionale della Funzione Pubblica Territoriale (CNFPT), la Scuola Nazionale dell'Amministrazione (ENA), il Ministro della Giustizia, la regione Bretagne, Universcience o ancora l'associazione Comunicazione Pubblica (Communication Publique), …
Comunicare senza sessismo è possibile e l'infatuazione per la Guida attesta una larga volontà di promuovere un'alternativa positiva ed ugualitaria. L'Alto Consiglio per l'Uguaglianza fra donne ed uomini spera, grazie a questa diffusione più di massa, che sia la società tutta ad interessarsi a questa questione.

Dalla Francia....

erte Egalité / Haut Conseil à l'Egalité
Vous n'arrivez pas à visualiser cet email ?
COMMUNIQUE DE PRESSE DU 2 NOVEMBRE 2016

Aujourd’hui sort en librairie le Guide pratique

pour une communication publique sans stéréotype de sexe

Mercredi 2 novembre, le Haut Conseil à l’Egalité entre les femmes et les hommes publie en librairie son « Guide pratique pour une communication publique sans stéréotype de sexe », en partenariat avec la Documentation Française. A cette occasion et dans le cadre du plan de mobilisation contre le sexisme, la ministre de l’Enfance, des Familles et des Droits des femmes signera la convention d’engagement pour une communication publique sans stéréotype de sexe, de même que le Ministère des Affaires sociales et de la Santé, et le Ministère du Travail, de l'Emploi, de la Formation professionnelle et du Dialogue social.

Le marché de la communication publique est estimé à plus de 1 milliard d’euros chaque année.  Colloques, campagnes d’affichage, spots radios, …Celle-ci touche toute la population, de l’échelon le plus local jusqu’au Gouvernement. Néanmoins, si l’égalité entre les femmes et les hommes est aujourd’hui promue à tous les niveaux, la communication publique est encore largement vectrice de stéréotypes de sexe :
dans le langage : en usant du masculin dit « neutre » et « universel » dans les textes officiels mais aussi dans les noms de titres et métiers, ce qui contribue à invisibiliser les femmes ;
dans les images : en enfermant les femmes et les hommes dans des représentations stéréotypées : couleurs douces ou rose pour les femmes/sombres ou bleu pour les hommes, positions lascives ou maternantes des femmes/ambition et domination pour les hommes ;
à la tribune et au micro avec une présence déséquilibrée des femmes et des hommes.
Au travers de 10 recommandations concrètes, le Guide du HCE donne des clés pour faire en sorte que la communication contribue à la lutter contre les stéréotypes, au lieu de les laisser perdurer, voire les entretenir. 

Après le franc succès de la version 2015 du Guide (près de 10 000 exemplaires diffusés à des partenaires-clefs et 20 interventions de sensibilisation), ce guide peut désormais être un outil pour chaque personne ayant la volonté de s’engager pour une communication exemplaire, dans son association, son entreprise, ou son organisation. Vendu par la Documentation Française au prix de 3,50 €, il peut être commandé dans toutes les librairies.

Il y a un an, le HCE avait également encouragé les pouvoirs publics à signer une Convention d’Engagement pour une communication publique sans stéréotype de sexe. Un an plus tard, la liste des signataires compte de nombreuses institutions et organisations fortes de symbole, qui entament une démarche de sensibilisation et de changement des pratiques en interne : le Conseil Economique Social et Environnemental (CESE), le Centre National de la Fonction Publique Territoriale (CNFPT), l’Ecole Nationale d’Administration (ENA), le Ministère de la Justice, la région Bretagne, Universcience ou encore l’association Communication Publique, …

Communiquer sans sexisme est possible et l’engouement pour le Guide atteste d’une large volonté de promouvoir une alternative positive et égalitaire.  Le HCE espère, grâce à cette diffusion plus massive et grand public, que c’est la société toute entière qui se saisira de cette question.

Pour consulter le Guide : bit.ly/2fgIjbx
Pour le commander en ligne : bit.ly/2fbW3Wa
Pour télécharger les visuels : bit.ly/2fcaGc1
Pour signer la convention d’engagement : bit.ly/2eU9kV6
La liste des signataires à ce jour : bit.ly/2fuNglZ
Consulter le Guide

Qualcosa si sta muovendo...



La Presidente della Camera, Laura Boldrini, ha scritto su Twitter:




Molte inviate da italiane a elezioni Ma perchè nei sottopancia abbiamo letto"dal nostro corrispondente,dal nostro inviato"?

sabato 5 novembre 2016

Roma Stazione Termini ( la stazione principale)


In una biblioteca di Roma

Pia xxxxxxxxx
Istruttore culturale -biblioteca G.Marconi

Via G.Cardano 135 00196 Roma

Pia XXX è una donna!!!

mercoledì 26 ottobre 2016

Un articolo che vogliamo segnalarvi

 Isabel Viele, che ha scritto  un articolo per Radio Eco sull'incontro di sabato. Qui il link http://radioeco.it/donna-e-sessismo-linguistico-non-dire-donna-fa-danno/ 
A proposito dell’incontro di sabato 22 ottobre alla Casa della Donna di Pisa

Nel pomeriggio di sabato 22 ottobre 2016 promosso dal Gruppo ‘’il sessismo nei linguaggi”della Casa della Donna di Pisa si è tenuto un incontro allargato sul tema ‘’Non dire donna fa danno? Varie forme di violenza su noi donne dei linguaggi figurati e verbali”.
All’incontro hanno partecipato decine di donne di molte realtà cittadine: Consiglio della Casa della Donna, Assessorato alle PPOO del Comune, Consiglio cittadino per le PPOO, CUG (Comitato Unico di Garanzia) dell’Università, Banca del Tempo, Radioeco (Università), Educare alle  Differenze, ArciLesbica, Legambiente, Donne e Carcere, ass. Verde Brillante, Telefono Donna, Biblioteca A.Cucchi (della Casa della Donna), ass. Nuovo Maschile, Centro Antiviolenza.

È stato un vivace scambio di idee, riflessioni, esperienze riguardo gli stereotipi sessuali e i linguaggi sessisti parlati e visivi. Tutte siamo impegnate a svelare e correggere i linguaggi sessisti violenti, subdoli e distruttivi per l’identità di noi donne. Ne abbiamo riconosciuto la cultura patriarcale; abbiamo avuto una attenzione particolare ad interventi pratici sul territorio e attraverso il blog del gruppo.
Giuliana Giusti linguista dell’università di Venezia che da sempre segue i lavori del nostro Gruppo impossibilitata ad essere presente ci ha mandato un saluto e un documento/riflessione sul tema che noi metteremo nel blog a disposizione di tutte.
Abbiamo caldamente invitate le presenti a visitare ogni tanto il blog “www.ilsessismoneilinguaggiblogspot.com” e a mandarci foto, riflessioni e informazioni di iniziative.
Tra qualche tempo organizzeremo un incontro analogo per verificare l’andamento dei lavori.


sabato 15 ottobre 2016

Sabato 22 ottobre: ci incontriamo alla Casa della Donna di Pisa










Sabato 22 Ottobre 2016 dalle 16 alle 19 presso la Casa della Donna,
via Galli Tassi 8 Pisa, si terrà l'incontro:


Non dire donna fa danno?
Varie forme di violenza su noi donne nei linguaggi figurati e verbali.



Vi invitiamo tutt* a partecipare e a portare il vostro contributo di pensiero e di esperienze

Il gruppo “ Il sessismo nei linguaggi”
Casa della Donna di Pisa





Siamo sempre su:”il sessismoneilinguaggi.blogspot.com











Il linguaggio sessista: una delle tante forme di discriminazione delle donne

10/10/2016
Arcavacata di Rende (CS), Università della Calabria

Intervento in occasione dell’incontro ‘Donne, Mezzogiorno, Europa’ e conferimento della Borsa di Studio assegnata grazie ai proventi del libro ‘Lo sguardo lontano’ di Laura Boldrini

Buongiorno a tutte e a tutti.
Saluto innanzitutto il Rettore, professor Crisci; saluto e ringrazio il centro "Women Studies, Milly Villa", che tanto si è adoperato per mettere in piedi la borsa di studio con i proventi del mio libro "Lo sguardo lontano". Un libro uscito quasi due anni fa, che ho voluto scrivere a metà legislatura anche per raccontare il lavoro faticoso dell'istituzione, di una politica che crede nei valori e che spesso non viene raccontata dalle cronache.
E ringrazio in particolare la professoressa Vingelli e gli altri membri della commissione esaminatrice, la professoressa Petrusewicz e il professor Fiorita. Saluto anche tutti gli altri relatori e il direttore del dipartimento di Scienze Politiche e Sociali, professor Raniolo. Oltre a tutte le autorità presenti, fra le quali vedo anche diversi colleghi deputati. E naturalmente saluto e faccio i miei complimenti a Alessia Tuselli, la giovane di Vibo Valentia e dottoranda alla Federico II di Napoli, alla quale è stata assegnata la borsa di studio, nell'abito del progetto "la violenza contro le donne: educazione alla prevenzione e linguaggio di genere".
Naturalmente saluto e ringrazio voi ragazzi e ragazze. Vedo che siete tantissimi, non solo universitari ma -mi dicono- anche giovani studenti delle superiori. Questo mi fa davvero molto piacere.
Fatemi tornare sul tema della borsa di studio. Partiamo dal linguaggio: di certo avrete notato che ormai sta diventando quasi normale dire ministra, sindaca, ingegnera o architetta. Ma fino a pochissimo tempo fa non era affatto così, c'erano resistenze culturali nel declinare al femminile determinate professioni, soprattutto se riguardavano ruoli di vertice. Mentre ad esempio non c'è mai stata alcuna resistenza a dire contadina, operaia o infermiera. Questo cosa vuol dire? Che la resistenza c'è quando le donne svolgono ruoli più alti nella scala sociale, ruoli da sempre ricoperti quasi esclusivamente dagli uomini. Ma, poiché le donne si stanno facendo strada nella società, devono poter mantenere il loro genere anche nelle posizioni di vertice, come ci dice molto chiaramente l'Accademia della Crusca: ogni ruolo deve essere declinato sia al maschile che al femminile, chi non lo fa commette un errore grammaticale.
Anche alla Camera in questa legislatura c'è stata una piccola rivoluzione: prima si diceva sempre deputato, ministro, il presidente ecc che si trattasse di un uomo o di una donna. E io stessa spesso in aula venivo chiamata signor presidente. Dopo aver ripreso il deputato che mi chiamava al maschile (quasi sempre un uomo ) ho iniziato a chiamarlo signora deputata.... tra le risate generali. A poco a poco non lo hanno più fatto.
Ma anche negli atti della Camera, grazie ad una circolare emessa sua mia richiesta dalla segreteria generale, adesso per la prima volta è entrato il genere femminile.
In molti mi hanno chiesto perché ho scelto proprio un'università del Sud, anzi un'università calabrese, per devolvere la borsa di studio. La mia risposta è che i dati parlano chiaro: è al sud, senza dubbio, che assistiamo a drastiche flessioni, in termini di numero di immatricolati e di finanziamenti pubblici. Ho voluto quindi dare un segnale di attenzione a questo territorio. E' da qui, dal Mezzogiorno e da questa regione in particolare, che secondo la Svimez parte il più alto numero di giovani che non vi fanno ritorno. Questa perdita definitiva di capitale umano costituisce un ulteriore impoverimento per il Sud: meno capitale umano, meno talenti, meno ripresa.
Fanno male ad esempio le percentuali di Almalaurea (il consorzio interuniversitario a cui aderiscono 73 atenei italiani e il Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca e che ogni anno produce un rapporto sullo stato delle Università italiane - ndr): 30% di iscritti in meno proprio al sud dal 2003 al 2015. Appena il 3% in meno al Nord.
Ma devono far riflettere anche i dati più recenti, relativi al 2015, di Eurostat: in Italia solo il 17,6% della popolazione ha un'istruzione universitaria, al sud appena il 14,9, a fronte del 30% della media europea.
Questi e molti altri dati su quello che il professor Gianfranco Viesti definisce il "declino" delle Università, mi hanno spinta a venire qui. Ad accendere un riflettore sull'Università del meridione e della Calabria in particolare.
Sono infatti convinta che non può funzionare un'Italia a due velocità: un nord produttivo ed economicamente più forte e un sud debole e disagiato, con fasce di povertà assoluta che superano il 10%. Anche perché, gli studi dimostrano, che la crescita del Sud vuol dire crescita per l'intero Paese. Dunque il Mezzogiorno deve tornare a far parte dell'agenda politica dei governi nazionali.
Allo stesso tempo però ritengo che le classi dirigenti del Sud debbano sfruttare al meglio le risorse di cui dispongono. E mi riferisco soprattutto ai fondi strutturali europei: perché è inaccettabile che in tempo di crisi questi fondi non vengano spesi o vengano spesi male, senza un vantaggio concreto sulla qualità della vita delle persone.
Spenderli bene vuol dire anche far capire ai cittadini il valore aggiunto dell'essere europei. Perché se oggi noi possiamo riqualificare i centri storici, continuare ad avere colture tradizionali, non vivere in città troppo inquinate, mangiare cibi controllati e non tossici è perché rispondiamo ad una serie di regole europee, mirate a tutelare il patrimonio culturale, le tradizioni e la salute delle persone. Anche questa è Europa, non solo quella che sicuramente non ci piace. Quella delle misure di austerità che non ci hanno consentito in questi anni di crescere e hanno provocato perdite di posti di lavoro e crescenti diseguaglianze.
Sono di pochi giorni fa i dati della Fondazione Migrantes: nell'ultimo anno oltre 107mila italiani sono andati all'estero per studio o per lavoro, quasi la metà dei quali sono giovani. E la stima è parziale perché basata esclusivamente sugli iscritti all'Aire, l'anagrafe degli italiani residenti all'estero.
Le statistiche dai singoli stati Ue dicono ben altro: in Germania, ad esempio, si conta un numero di italiani quattro volte superiore rispetto a quello riportato dall'Aire. Non solo: è emerso anche che, a differenza del passato, non si lascia l'Italia solo per una questione di bisogno economico : si va via anche per riuscire a fare carriera.
Ed è proprio questa la tendenza che va invertita. Deve essere possibile fare carriera anche Italia, anche al Sud. In altre parole si tratta di costruire le condizioni per cui l'andare via o il tornare siano sempre frutto di una libera scelta.
C'è poi un altro aspetto importante, anzi fondamentale, per chi voglia affrontare una moderna questione meridionale: la condizione femminile al sud. Ecco perché ho voluto che le donne fossero al centro della borsa di studio.
Il primo dato che balza agli occhi, prima ancora dei dati sulla violenza di genere - purtroppo uniformi sul territorio nazionale - è quello relativo all'occupazione. Al Meridione lavora appena il 32% delle donne. Praticamente la metà della media europea che è del 60%.
Altissima, poi, la percentuale dei cosiddetti Neet (not in education, employment or training). Al Sud resta a casa - senza studiare, senza lavorare, senza frequentare corsi di formazione - una giovane donna su tre.
Una situazione allarmante, con molte ricadute inclusa anche la violenza di genere: sappiamo bene che uno dei canali per uscire dalla spirale della violenza contro le donne è proprio l'indipendenza economica. Una donna che non lavora è meno libera di lasciare il contesto in cui la violenza si è sviluppata. Soprattutto se sul suo territorio non ci sono le case rifugio o i centri antiviolenza.
So benissimo che Cosenza in questo ambito è stata quasi una pioniera con strutture importanti come il centro Roberta Lanzino. Così come conosco bene le difficoltà che i centri della regione stanno attraversando per la mancanza di fondi, spesso stanziati ma non arrivati a destinazione a causa di un poco efficiente sistema di ripartizione. La ministra Boschi, in audizione alla Camera proprio una settimana fa -nella commissione Jo Cox contro il discorso d'odio e le discriminazioni- ha spiegato che sta lavorando a ridefinire l'intesa con gli enti locali perché le risorse vengano meglio distribuite.
Ma qui in Calabria avete anche una legge regionale sui centri antiviolenza e le case rifugio, che è addirittura del 2007, cioè ben prima della Convenzione di Istanbul - approvata dal Parlamento in questa legislatura- pietra miliare contro la violenza di genere. Riuscire a finanziarla, tra le mille difficoltà di questa terra che certo non ignoro, sarebbe un segnale davvero importante.
D'altra parte non possiamo dire alle donne "denunciate!" se poi le lasciamo sole, senza reti di salvataggio.
Penso, ad esempio, alla solitudine della ragazzina di Melito, che ha subito per anni la violenza del branco in assoluto silenzio. In quel caso un silenzio familiare innanzitutto, dovuto anche alla paura di denunciare il figlio di una potente famiglia di 'ndrangheta.
Per questo ho accolto con convinzione l'invito del Presidente Oliverio ad andare alla manifestazione che si terrà proprio lì, il prossimo 21 ottobre. Perché è un dovere delle istituzioni esserci, manifestare vicinanza e solidarietà alle vittime, e dire no all'indifferenza.


Camera dei deputati 2016 © Tutti i diritti riservati


giovedì 6 ottobre 2016

PRESO DALLA RETE

· Malattie veneree femminili e maschili: sintomi, cause e foto

http://www.ildermatologorisponde.it/malattie_veneree_sintomi.php

Le malattie veneree sono malattie a trasmissione sessuale e possono avere diversa origine (infezioni batteriche, infezioni virali, infezioni micotiche, infestazioni ...

mercoledì 5 ottobre 2016

In un locale di Pisa.....


... che possa suonare una donna non è pensabile?

sabato 1 ottobre 2016

La risposta dell'ANPI provinciale di pisa

Da: anpi_provinciale_pisa <provincialepisa@anpi.it>
Date: 29 settembre 2016 12:53
Oggetto: Re: Parità di genere
A: sessismo linguaggi <ilsessismoneilinguaggi@gmail.com>


Care compagne, la questione è stata già sollevata durante il 16° congresso della nostra associazione in un intervento (molto applaudito) di Lidia Menapace; la questione dunque è all'attenzione della Segreteria e del Comitato nazionale.
 Fraterni saluti.
                                                      Bruno Possenti

--- ANPI PROVINCIALE PISA Via San Zeno, 3 56127 Pisa tel. 050553168

venerdì 16 settembre 2016

INTERESSANTISSIMO!!!
 
Corso on line "Linguaggio, identità  di genere e lingua italiana", dell'università  Ca' Foscari di Venezia, seguito dalla nostra amica prof.ssa Giuliana Giusti.
Il corso è gratuito.  

https://learn.eduopen.org/eduopen/course_details.php?courseid=113

martedì 13 settembre 2016

UNA RICHIESTA ALL'ANPI

a info, comitatonazion., provincialepisa, anpi.vecchiano
 
Cari compagni e care compagne,
vi segnaliamo che la tessera associativa ANPI 2016 porta come possibilità di adesione PARTIGIANO, PATRIOTA, ANTIFASCISTA.
Vi chiediamo che la tessera riporti oltre alla parola partigiano, quella di PARTIGIANA, considerato che molte donne resitenti sono iscritte all'ANPI.
Vi segnaliamo inoltre che tutto il vostro  Statuto è scritto unicamente al maschile, come se all'ANPI facessero riferimento soltanto gli uomini...
I tempi stanno cambiando!
Siamo il gruppo di donne" Il sessismo nei linguaggi" aderente alla Casa della donna di Pisa. Uno dei nostri scopi é segnalare le discriminazioni di genere attraverso il linguaggio.
Auspichiamo una vostra risposta che impegni l'Associazione, nei tempi e nei modi necessari, ad introdurre queste importanti modifiche.
Questa nostra richiesta e le vostre risposte verranno pubblicate sul nostro blog: "ilsessismoneilinguaggiblogspot.com"
 
Cordiali saluti,
                           il gruppo.

Sollecitazione di una risposta dalla rete di Bibliolandia

 
 
 
 
 
-Gentili Michela e Roberto,
non avendo ricevuto risposta , vi inviamo di nuovo la mail  della fine di giugno, nel timore che non l'abbiate ricevuta.
Sperando in una vostra risposta, cordialmente il gruppo " il serssismo nei linguaggi".

venerdì 2 settembre 2016






                                     Un buon esempio da Roma, finalmente!!!

                               

                           


                                                          Perché solo donne?

                               

venerdì 5 agosto 2016

Il gruppo augura a tutte buone vacanze!
A presto!

giovedì 28 luglio 2016

Bibliolandia e discriminazioni di genere

Gentili Michela Pezzini e Roberto Cerri,

siamo donne del gruppo “ Il sessismo nei linguaggi” di Pisa e usufruiamo dell’utile servizio di Bibliolandia.
Vi segnaliamo che nel vostro catalogo sia una donna che un uomo vengono indicati come AUTORE, ILLUSTRATORE, EDITORE.
  Non ci sono da inventare neologismi perché nella lingua italiana da sempre esistono le parole AUTRICE, ILLUSTRATRICE, EDITRICE.

 A chi ci dobbiamo rivolgere perché venga eliminata   questa discriminazione?
Il nostro gruppo ha un blog “ilsessismoneilinguaggi.blogspot.com” nel quale inseriamo questa richiesta in attesa di poter pubblicare una vostra positiva risposta.
Saluti,
Il gruppo

Pisa, 28/07/2016

A proposito della Carta di identità - lettera alla Sindaca Chiara Appendino

Gentile Sindaca,
Le segnaliamo che la carta di identità cartacea rilasciata dal Comune di Torino, come da tutti gli altri Comuni italiani è tutta declinata al maschile, sia per donne che per uomini. Consapevoli che la modifica può essere effettuata solo dal Ministero degli Interni, ci rivolgiamo a Lei sperando che possa, con i modi e i tempi che riterrà opportuni, eliminare per la prima volta in Italia questa evidente discriminazione sessista su un documento fondamentale come la carta di identità.
Siamo un gruppo di donne di Pisa impegnate nel mettere in evidenza e possibilmente trasformare tutte le forme di discriminazione sessuale attraverso il linguaggio. Abbiamo un blog nel quale inseriremo questa nostra richiesta. Abbiamo fatto questa segnalazione già da tempo attraverso il nostro blog, senza alcun risultato.
Piene di fiducia, Le auguriamo buon lavoro.

Gradiremmo un cenno di risposta

venerdì 15 luglio 2016

              Razzismo? Altro…?

Alcuni giorni fa un italiano vede a passeggio in una strada della propria città (Fermo) una coppia: un africano e una africana. Quella vista lo irrita non sa nemmeno lui bene perché, dirà poi, ma quella vista lo turba, lo manda su tutte le furie, non ce la fa a stare zitto e urla, rivolto alla donna africana, che è una scimmia.
Lì inizia un disastro che le cronache ci hanno illustrato in vario modo.

              Aggiungiamo una nostra riflessione.

L’uomo italiano poteva rivolgersi all’uomo africano urlandogli “..brutto scimmione, torna nella foresta, sporco negro..” insomma tutto il repertorio razzista che ben conosciamo.
Invece no. L’uomo bianco riconosce nell’uomo nero un appartenente alla stessa specie umana, non razza, specie. Alla donna no. La donna resta una bestia, una scimmia, in altri contesti una vacca, una cagna ecc ecc insomma la donna rimane nel mondo animale. E la rabbia del l’uomo bianco nel dover pensare un proprio simile, un uomo, anche se di un’altra razza degradato in intimità con un animale, la donna.
Ecco questo non lo consideriamo solo un esempio di razzismo, ci vediamo qualcosa in più che ci sembra i media non abbiano a sufficienza analizzato.

Ora dappertutto si chiedono se l’Italia sia o no un paese razzista.
                Noi sappiamo con sicurezza che è un paese sessista.
Il sessismo, la misoginia sono la più antica e diffusa forma di discriminazione.


mercoledì 29 giugno 2016

Focus group alla So.Crem di Pisa

Il nostro Gruppo “il sessismo nei linguaggi”di Pisa (come risulta documentato in questo blog) aveva rivolto tempo fa alla SOCREM (società per la cremazione) di Pisa un invito a riconsiderare le attività della Associazione anche in un’ottica di genere : modulistica, tessera associativa, statuto eccecc.

Forse anche grazie alla nostra segnalazione martedì 5 luglio 2016 alle 17.30 nella sede della SOCREM in via Bargagna 2 a Pisa la professoressa Rita Biancheri del dipartimento Scienze Politiche dell’Università di Pisa terrà un primo incontro (per formare un Focus Group) con le socie per “..approfondire..la tematica di genere, anche in considerazione del fatto che la maggioranza degli/le iscritte/i alla nostra Società sono donne,”
                   
Invitiamo ancora una volta le donne che leggono questo blog a segnalare  dovunque (posto di lavoro, istituzioni, sport, associazioni…) la specificità della loro presenza

sabato 25 giugno 2016

I Comuni riconsiderino la toponomastica delle loro città in un'ottica di genere, chiede la Presidente della Camera Laura Boldrini

Una ‘rivoluzione di genere’ nelle nostre strade. E’ quello che ha appena deciso di fare il comune di Formia, intitolando 22 vie e piazze a figure femminili prestigiose. Decisione simile ha preso Catania, che ha stabilito l’equilibrio tra donne e uomini per le nuove intitolazioni.
Il motivo è evidente: solo il 4% di tutte le strade italiane è dedicato alle donne. E il 60% di queste sono figure religiose. E le scienziate? Le letterate? Le artiste? Le donne delle istituzioni? Perché sono assenti nell’intitolazione delle nostre strade? Questo sbilanciamento, secondo l’Associazione italiana di toponomastica femminile, sancisce quanto le donne siano oscurate nei nostri percorsi urbani.
Al termine dell’incontro che si è svolto questa mattina a Montecitorio con Sandro Bartolomeo, che guida il comune laziale, ed Enzo Bianco, presidente del Consiglio nazionale dell’Anci e primo cittadino del comune etneo, ho lanciato un appello a candidate sindache e candidati sindaci d’Italia perché riconsiderino la toponomastica delle loro città e perché i gesti di Formia o Catania non restino scelte isolate ma diventino buona pratica condivisa.
E’ tempo di dare alle donne ciò che è delle donne!


LAURA BOLDRINI
Presidente Camera Deputati

20 giugno 2016



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martedì 21 giugno 2016

TITOLI E SINDACHE



-Regola grammaticale: davanti ai cognomi non si mettono articoli né per donne né per uomini .

-Regola: una donna non è un sindaco, ma una SINDACA


domenica 19 giugno 2016

COGNOMI PROPRI, COGNOMI ACQUISITI



Per la prima volta nella storia una donna ha avuta la nomination per l’elezione alla presidenza degli Stati Uniti d’America. Ora la data si avvicina  e tutti i media nazionali ed internazionali ne parlano. Ma di questa donna non sappiamo il vero cognome. Come si chiamava questa donna quando è nata? Come si chiamava prima di sposare nel 1975 (ahi lei!) Bill Clinton? Lei quando firma un atto ufficiale come si firma?
Cosa ci piacerebbe? Che questa donna mettesse nel proprio programma elettorale una riforma a costo zero. Una legge che stabilisca che le donne portano il cognome con cui nascono anche quando si sposano, divorziano,  si risposano....
               Ecco, proprio come per gli uomini.


Hillary Rotham coniugata con Bill Clinton

giovedì 2 giugno 2016

In questi giorni di maggio una socia della Casa della Donna ha dato alla luce una bambina all'ospedale di Pisa.

Il certificato di nascita recita:

E' nato un BAMBINO di sesso FEMMINILE

Chi può faccia qualcosa!!!!

lunedì 30 maggio 2016


Digitando  questo link si apre un lungo documento di Cecilia Robustelli che spiega molte cose sull'uso del genere nel linguaggio amministrativo ( e non solo).


http://www.accademiadellacrusca.it/sites/www.accademiadellacrusca.it/files/page/2013/03/08/2012_linee_guida_per_luso_del_genere_nel_linguaggio_amministrativo.pdf

mercoledì 4 maggio 2016

E le bambine a chi dovrebbero telefonare?

mercoledì 27 aprile 2016

Gentile amministrazione, sono Matilde Baroni da anni una vostra ascoltatrice assidua e quando posso come di questi tempi una vostra abbonata
-Per favore quando mi mandate la posta come per esempio ora segnalandomi la scadenza dell'abbonamento non mi chiamate GENTILISSIMO ABBONATO.Grazie

Buongiorno sig.ra Matilde,
come puo' vedere sull'anagrafica dell'invio del  bollettino posso differenziare l'appellativo mentre nel programma dell'invio sollecito ciò non mi è possibile almeno per ora.
Cordialità
Marta Ballotti RTC 

Speriamo si organizzino per correggere il linguaggio in ogni parte! Matilde

mercoledì 13 aprile 2016



Ancora su: Sindache e linguaggio di genere.

Il 29 gennaio 2016 il Gruppo ha scritto a tutte le Sindache della provincia di Pisa una lettera  invitandole ad adottare un corretto linguaggio di genere negli atti di loro competenza.
Poiché fino ad oggi, 13 aprile 2016, il Gruppo non ha ricevuta alcuna risposta inviamo  lo stesso documento questa volta all’indirizzo di posta certificata dei loro Comuni.

venerdì 29 gennaio 2016

Alle sindache della provincia di Pisa

Questa email è stata inviata alle sindache dei seguenti comuni: Calcinaia, Capannoli, Montescudaio, Orciano Pisano, Ponsacco, Santa Croce, Santa Maria a Monte e Terricciola.


N.B: cliccare sopra l'immagine per ingrandire

martedì 12 gennaio 2016

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Dall’inizio di questo nuovo anno ci fa piacere notare che in diversi programmi sia della Radio che della Televisione si sta cominciando ad usare un linguaggio meno discriminante il genere femminile. Abbiamo sentito saluti rivolti alle ascoltatrici e agli ascoltatori, messaggi mandati a tutte e a tutti. Ogni tanto abbiamo sentito chiamare Sindaca Ministra, Assessora, Architetta qualche donna.(Il mio computer mi ha lasciato scrivere Sindaca,Ministra, Architetta ma mi ha sottolineato come errore la parola Assessora benché in Italia molti comuni l’abbiano già adottato da alcuni anni).L’uso corretto del femminile per quanto riguarda noi donne è ancora poco generalizzato ma siamo contente della tendenza in atto perché alcuni anni fa questo non accadeva mai.
Siamo persuase che anche il nostro gruppo e il nostro Blog stia contribuendo al cambiamento dell’uso sessista della nostra lingua.

Buon 2016…Mandateci vostre iniziative e commenti...Buon lavoro