sabato 13 febbraio 2010
sessismo e prosciutti: guardate!!! :-)
Guardate guardate guardate!!!
petizione per le candidate e i candidati alle prossime elezioni
"Cari candidati, care candidate
vi proponiamo di riflettere sugli slogan e il linguaggio che utilizzerete in campagna elettorale, oltre che sulle politiche che proporrete e vi impegnerete a realizzare.
Il linguaggio non comunica solo un contenuto ma rivela anche il modo di vedere la realtà, e crediamo che non desideriate fraintendimenti da parte di chi vi voterà.
Vi chiediamo quindi rinnovare il vostro modo di rivolgervi all'elettorato riferendovi esplicitamente anche alle donne e non solo agli uomini: cominciate a parlare a elettori ed elettrici, a scrivere a cittadini e cittadine, a invitare persone e non più solo uomini. Le donne non stanno più fuori della porta del seggio elettorale: anzi, partecipano sempre più alla vita pubblica e proprio per questo la loro presenza deve essere resa visibile anche attraverso il linguaggio.
La sfida che proponiamo è culturale, ma anche profondamente politica: è tempo di andare oltre un linguaggio allusivo e impreciso in cui l'"uomo" rappresenta sia il genere maschile sia tutta la specie umana, per arrivare ad un linguaggio di parole vere che indichino in modo non univoco le persone cui fanno riferimento.
Il nuovo comportamento linguistico che vi chiediamo di adottare può diventare una grande occasione per modificare, attraverso la consapevolezza individuale, l'attuale modello di società e sperimentare possibili soluzioni a beneficio di noi tutte e tutti. Con questa nota vogliamo aprire con voi un confronto franco, concreto ed efficace. Confidiamo che la vostra campagna elettorale possa coinvolgere e promuovere le tante intelligenze femminili attive da anni in diversi settori ed in grado di essere protagoniste di percorsi innovativi per costruire una città migliore ed una cittadinanza attiva".
Gruppo di studio Genere, lingua e politiche linguistiche
http://www.firmiamo.it/genereelinguaggioincampagnaelettorale
venerdì 12 febbraio 2010
Cosa ci insegnano a scuola?
Anomim* scrive:
Fogli e buste a parte a me sin dalle elementari mi hanno insegnato che parlando ad una platea, qualunque sia il numero delle donne presenti, se c'è anche un solo uomo si usa il maschile!!!!
Per "anonimo" dal gruppo:
Il fatto che a scuola insegnino una cosa per te è garanzia di verità assoluta?
Forse vale la pena riflettere su cosa la scuola ha insegnato nei vari secoli e su quanto essa sia uno strumento del governo che comanda in quel momento.
A parte alcun* insegnanti illuminat* che nel corso della storia hanno coraggiosamente sfidato le regole imposte... ancora oggi... ahinoi!! :-(
Le regole della lingua, come tante altre, sono state inventate e regolamentate da un sistema patriarcale ed androcentrico.
Alcune di queste sono già state scardinate dal movimento femminista, altre, come questa riguardante l'utilizzo del linguaggio non ancora... ma ci stiamo dando da fare!!
P.S. A scuola forse non ti hanno anche insegnato che non si dice "a me mi"?? ;-)
mercoledì 10 febbraio 2010
Venezia - "Donne, Lingue e politiche linguistiche"
Relazione dell’incontro operativo: “Donne, Lingua e Politiche Linguistiche”
Venezia, 28-29 gennaio 2010.
Nei giorni 28 e 29 gennaio, nell'ambito delle iniziative intraprese dal Comitato per le Pari Opportunità (C.P.O.) dell'Università Ca' Foscari di Venezia, si è svolto un incontro operativo intitolato “Donne, Lingua e Politiche Linguistiche”, per la creazione di un gruppo di studio permanente sull'uso della lingua italiana nella prospettiva di genere".
All'incontro hanno partecipato donne di provenienza e formazione diverse (insegnanti, accademiche appartenenti a vari ambiti di ricerca, tra cui linguiste e filosofe del linguaggio, bibliotecarie, personale della Pubblica Amministrazione, editrici, giornaliste, mediche, e studenti), ognuna delle quali ha portato la propria esperienza e ha formulato proposte per diffondere la conoscenza delle buone pratiche già in atto in molte realtà del territorio nazionale, per sensibilizzare i mezzi di comunicazione sulla necessità di rendere adeguatamente visibile la presenza delle donne in tutti gli ambiti della società italiana, per promuovere l'adozione ufficiale dell'uso del genere femminile per le cariche istituzionali e tutti i ruoli e professioni ricoperte da donne e per monitorare l'uso della lingua italiana nei diversi settori.
Il gruppo che si è costituito con il nome di “Genere, Lingua e politiche linguistiche” avrà un gruppo su face book con lo stesso nome all’indirizzo:
http://www.facebook.com/?ref=home#!/group.php?gid=3021b92090699
e un blog attualmente intitolato Linguaggio di genere
http://linguaggiodigenere.blogspot.com
Il gruppo opererà coordinandosi nel blog in quattro aree principali:
1. coordinamento cpo e istituzioni
Questo gruppo è pensato per supportare i cpo che vogliano operare una azione di pressione all’interno della propria istituzione, per creare reti di cpo a livello regionale come quello descritto dalle rappresentanti dei cpo della Toscana (qui le colleghe dovrebbero darci una mano a reperire la documentazione). Un primo passo all’interno delle amministrazioni è quello di monitorare il linguaggio delle circolari interne e dei formulari, puntando alla realizzazione della Direttiva ministeriale congiunta del Ministero della pubblica amministrazione e delle pari opportunità del 23-05-2007, relativa alle “Misure per attuare parità e pari opportunità tra uomini e donne nelle amministrazioni pubbliche”. Al punto 3,VI,e della delibera si può leggere, infatti, che bisognerebbe “utilizzare in tutti i documenti di lavoro […] un linguaggio non discriminatorio come, ad esempio, usare il più possibile sostantivi o nomi collettivi che includano persone dei due generi” e nella nota 4 del suddetto punto si rinvia alle “Raccomandazioni per un uso non sessista della lingua italiana” di Alma Sabatini (1987).
Si veda il sito del ministero per le pari opportunità per il testo della direttiva, una presentazione delle finalità della direttiva, e sul monitoraggio degli ultimi due anni:
http://www.pariopportunita.gov.it/index.php?option=com_content&view=article&id=868&Itemid=175
La divulgazione delle buone pratiche permetterebbe di andare a cascata utilizzando il lavoro di riscrittura di statuti, circolare e formulari già fatti da altre amministrazioni.
2. coordinamento scuola
Questo gruppo avrà all’ordine del giorno il monitoraggio dei libri di testo utilizzati dalla scuola, la creazione di attività di formazione e sensibilizzazione di insegnanti di tutti gli ordini di scuola, e come per tutti gli altri gruppi la divulgazione delle molte iniziative già attuate in questo campo. A questo gruppo può far capo anche un interesse su quanto è considerato educativo o formativo in commercio o generalmente in uso anche se non direttamente correlato alla scuola.
3. coordinamento media (radio-tele, giornali, web)
Questo gruppo si occuperà di monitorare l’uso del linguaggio della comunicazione di tutti i tipi, da quella più tradizionale dei media stampati, alla televisione e al più recente mezzo del web che sembra aver ereditato in massa l’uso più sessista nella categorizzazione e nell’indicizzazione dei motori di ricerca.
4. sportello di consulenza linguistica
Questo più che un gruppo si tratta di un’offerta di consulenza per chi non è sicura/o di quale sia il modo migliore per non far scomparire la presenza delle donne nel messaggio comunicativo. Questo sportello dovrebbe essere facilmente reperibile a chi vuole consultarci e forse per questo avremo bisogno di un sito che oltre al blog abbia altri strumenti. Nel blog questo gruppo può ridiscutere le priorità su cui bisogna fare maggiore pressione, in modo da entrare con alcune poche buone norme possibilmente di uso non ambiguo da consigliare a tutti i mezzi di comunicazione.
L’aspetto già molto sviluppato della soggettazione bibliotecaria potrebbe essere collegato al gruppo di coordinamento media (in quanto la catalogazione ha a che fare con l’editoria stampata e con la rete informatica) oppure avere un coordinamento autonomo. Questa decisione può essere presa dalle colleghe che lavorano nel settore che è emerso come il più avanzato nella consapevolezza del problema.
Come hanno testimoniato le studenti intervenute, è importante creare cultura di genere nel campo linguistico anche attraverso lavori di ricerca di vario livello (tesine, tesi triennali e tesi magistrali). Si possono indicare argomenti generali soprattutto nel monitoraggio. In questo senso si possono creare griglie di valutazione da far applicare alle tesiste, o quant’altro. Si possono fare progetti di ricerca tra università e anche e soprattutto da una università e le colleghe di altre realtà culturali.
La grammatica, l'ultimo baluardo del maschilismo
dal Venerdì di Repubblica 05 febbraio 2010
Sembra proprio che i solleciti arrivino da tutte le parti!
Di seguito la riflessione della nostra amica di pensiero Giuliana Giusti, pubblicate su "donne pensanti"
http://donnepensanti.ning.com/profiles/blogs/genere-lingua-italiana-e
genere, lingua italiana e sessismo
Sul Venerdì di Repubblica del 5 febbraio scorso, leggo con interesse a p. 15 La grammatica, ultimo baluardo del maschilismo in cui Piero Ottone fa notare un vizio nell’uso della lingua italiana che pare rendere il femminile
un genere difficile da usare in certi contesti per certi parlanti dell’italiano.
Ottone riferisce che un’autorevole rivista britannica annuncia con enfasi il
superamento negli Stati Uniti delle donne nei posti di lavoro altamente retribuiti,
e nota che anche se in Italia non si può dire lo stesso, tuttavia molte donne
ricoprono ruoli importanti (tra i vizi anche una virtù). Questi ruoli, ormai
non più solamente maschili, gli risultano indicibili se riferiti ad una donna
tanto che, ad esempio, per quelle che lui definisce “sindaci di genere
femminile” si chiede se si dica “la sindaco”, “la sindaca” o “la sindachessa”,
mentre pare che avrebbe chiamato Hilary Clinton “presidentessa” se avesse vinto
le elezioni. Ottone non dice ma immagino che abbia gli stessi dubbi amletici su
come chiamare H. Clinton nella sua carica attuale: “la segretario” o “la
segretaria” di stato americana? Oppure magari “la segretaressa”?
Menziona poi la passione per le moto che sembra essere più maschile che femminile, incitando le donne a sedere sul sedile anteriore e non posteriore. Invita infine le donne a reagire su un’altra questione linguistica, più
pervasiva nel quotidiano (maschile e femminile) di quanto non sia il
motociclismo, vale a dire il baluardo maschilista costituito dalla grammatica.
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martedì 9 febbraio 2010
Edipo e la Sfinge di Lori
Facciamo nostra la versione dell'amica di pensiero Lori:
nella nostra versione della storia di Edipo e la Sfinge, il nostro caro eroe NON indovina la risposta!!!
Piccola nota sulla disegnatrice
Eleonora Chiti Lucchesi, detta Lori, è per metà letterata e per metà disegnatrice.
Come letterata ha insegnato all’università e al liceo, ha scritto numerosi testi critici e saggi giornalistici e fa parte della Società italiana delle letterate (SIL).
Come disegnatrice racconta storie a fumetti su Leggendaria, Leggere donna, Il paese delle donne.
Vive e lavora a Livorno e fa parte della associazione centro donna Evelina De Magistris (che prende il nome, appunto, dalla protagonista del suo libro a fumetti).
Tra i molti titoli:
a cura di (con altre)