dal Venerdì di Repubblica 05 febbraio 2010
Sembra proprio che i solleciti arrivino da tutte le parti!
Di seguito la riflessione della nostra amica di pensiero Giuliana Giusti, pubblicate su "donne pensanti"
http://donnepensanti.ning.com/profiles/blogs/genere-lingua-italiana-e
genere, lingua italiana e sessismo
Sul Venerdì di Repubblica del 5 febbraio scorso, leggo con interesse a p. 15 La grammatica, ultimo baluardo del maschilismo in cui Piero Ottone fa notare un vizio nell’uso della lingua italiana che pare rendere il femminile
un genere difficile da usare in certi contesti per certi parlanti dell’italiano.
Ottone riferisce che un’autorevole rivista britannica annuncia con enfasi il
superamento negli Stati Uniti delle donne nei posti di lavoro altamente retribuiti,
e nota che anche se in Italia non si può dire lo stesso, tuttavia molte donne
ricoprono ruoli importanti (tra i vizi anche una virtù). Questi ruoli, ormai
non più solamente maschili, gli risultano indicibili se riferiti ad una donna
tanto che, ad esempio, per quelle che lui definisce “sindaci di genere
femminile” si chiede se si dica “la sindaco”, “la sindaca” o “la sindachessa”,
mentre pare che avrebbe chiamato Hilary Clinton “presidentessa” se avesse vinto
le elezioni. Ottone non dice ma immagino che abbia gli stessi dubbi amletici su
come chiamare H. Clinton nella sua carica attuale: “la segretario” o “la
segretaria” di stato americana? Oppure magari “la segretaressa”?
Menziona poi la passione per le moto che sembra essere più maschile che femminile, incitando le donne a sedere sul sedile anteriore e non posteriore. Invita infine le donne a reagire su un’altra questione linguistica, più
pervasiva nel quotidiano (maschile e femminile) di quanto non sia il
motociclismo, vale a dire il baluardo maschilista costituito dalla grammatica.
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Fogli e buste a parte a me sin dalle elementari mi hanno insegnato che parlando ad una platea, qualunque sia il numero delle donne presenti, se c'è anche un solo uomo si usa il maschile!!!!
RispondiEliminaE' strano notare che Ottone che ha ricevuto il premio dante alighieri qualche tempo fa, non trovi le parole per fare riferimento a donne in ruoli prestigiosi, tanto che, ad esempio, per quelle che lui definisce “sindaci di genere femminile” si chiede se si dica “la sindaco”, “la sindaca” o “la sindachessa”, mentre pare che avrebbe chiamato Hilary Clinton “presidentessa” se avesse vinto le elezioni. Ottone non dice ma immagino che abbia gli stessi dubbi amletici su come chiamare H. Clinton nella sua carica attuale: “la segretario” o “la segretaria” di stato americana? Oppure magari “la segretaressa”?
RispondiEliminaInvita le donne a reagire, ma forse potrebbe semplicemente ascoltare la propria competenza linguistica e documentarsi su quanto già da lungo tempo raccomandato alla stampa.
Ottone cita la concordanza dell’aggettivo riferito a due nomi di genere diverso e sostiene che “senza ombra di dubbio“ suona meglio “fogli e buste bianche” piuttosto che “fogli e buste bianchi”. Preferisce la concordanza con il secondo nome (piuttosto che utilizzare il cosiddetto maschile inclusivo.
Benissimo! Ha perfetta competenza. Ora deve lavorare un po' sulla regola di mozione che trasforma i nome da un genere all'altro. Forse dovrebbe parlare con la sua redazione e sensibilizzare colleghe e colleghi. Sfogliate La Repubblica quotidiano e il Venerdì del 5 Febbraioe vediamo quante volte le donne scompaiono o in mezzo a tanti maschili apparentemente inclusivi o addirittura perché nei ruoli che si vogliono mantenere come maschili!
Per "anonimo":
RispondiElimina...ma il fatto che a scuola insegnino una cosa per te è garanzia di verità assoluta?
Forse vale la pena riflettere su cosa la scuola ha insegnato nei vari secoli e su quento essa è uno strumento del governo che comanda in quel momento... a parte alcun* insegnanti illuminat* che nel corso della storia hanno coraggiosamente sfidato le leggi... ahinoi!! :-(
Le regole della lingua, come tante altre, alcune delle quali scardinate dal movimento femminista, altre non ancora, sono state inventate e regolamentate da un sistema patriarcale ed androcentrico.
E poi le regole possono cambiare!!
P.S. a scuola forse ti hanno anche insegnato che non si dice "a me mi"?? ;-)
in effetti dovremmo cercare di pensare di più con le nostre teste e inziiare a rompere le regole anche quando scriviamo un documento di lavoro o una e mail. La lingua evolve anche perché la fa evolvere la gente che la usa!
RispondiEliminaSono stufa di veder scritto Il/la signore/a se la a viene prima in ordine alfabetico e giusto avere:
il /la signora/e come ne pensate?