sabato 6 giugno 2015

Modifichiamo la parola alle istituzioni

Vi presentiamo un modulo da compilare stilato dall'Autorità regionale di garanzia e promozione della partecipazione. L'immagine che vi mostriamo è una copia digitale modificata con le nostre correzioni.
Vorremmo notaste l'incostanza del richiamo agli oggetti del testo: i cittadini e le cittadine. Un altro errore è l'inutilizzo del barra che cita entrambi i generi "impegnato/a", semplice come soluzione ma efficace.


Ingrandendo la parte centrale, l'occhio ci cade immediatamente sulla totale assenza del genere femminile nel campo dei mestieri e delle competenze lavorative, tranne esclusivamente per una sola categoria: "casalinga/o", sulla quale intervengono anteponendo il sesso femminile [a] al sesso maschile [o], solo stavolta vi è quindi una compresenza di sessi.


Non so qual è la vostra reazione in questo momento, ma a noi è venuto da ridere e rabbrividire nello stesso momento. E' agghiacciante quanto sia radicata l'immagine maschile all'uomo in carriera, potente, ricco o con un titolo istituzionale, con un impiego pubblico, privato, o precario, disoccupato, 
agricoltore ect; le donne vengono relegate al solo ed unico ruolo di casalinga, nemmeno la classifica di "studentessa" viene a lei concessa.
Sono troppo occupate con le faccende domestiche per poter avere tempo di studiare queste donne!

Noi allerteremo immediatamente l'ente responsabile di questo modulo compilativo ed esortiamo voi a fare lo stesso e ad inviarci le vostre segnalazioni, molte piccole battaglie sono state vinte e non inizieremo adesso a perdere!

Il sessismo nei linguaggi

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