venerdì 12 marzo 2010

Cambiamo l'articolo 3 della Costituzione???

L'Articolo 3 della Costituzione Italiana, al comma 1, recita
" Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso... (di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.)"
Il riconoscimento di un'uguaglianza formale tra donne e uomini è, però, di fatto disatteso nella stessa enunciazione dell'articolo.
L'utilizzo del termine "cittadini" in senso universale, come comprensivo di donne e uomini, è infatti discriminante.

Questo stesso utilizzo di "cittadini" è riscontrabile al comma 2 dell'Articolo 3 che definisce il principio dell'uguaglianza sostanziale e che pertanto dovrebbe garantire la rimozione degli ostacoli alla piena uguaglianza tra i sessi "È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese."
Abbiamo deciso di impegnarci a sensibilizzare e provare a coinvolgere donne, gruppi e associazioni che condividano l'obiettivo di revisione (la volontà di modificare) dell'articolo 3, attraverso l'inserimento dell'espressione "cittadine e cittadini" nei due commi, in sostituzione di "cittadini".
Siamo solo all'inizio della riflessione, sono benvenuti tutti gli interventi ed i suggerimenti!!

3 commenti:

  1. penso ke debba essere sostituito..perchè in quest'articolo, ma ormai anche nella normale vita, la donna non è uguale all'uomo..anzi hanno pati dignità

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  2. E perché "cittadine" dovrebbe stare per prima di cittadini, perché sempre questa scelta marcata di mettere sempre prima il femminile?

    Senza contare che pure lavoratori dovrebbe essere cambiato in lavoratrici e lavoratori

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  3. "Cittadine e cittadini" è discriminatorio a rovescio in modo bizantino. Infatti la parola al femminile viene per prima, contravvenendo alla grammatica italiana e rendendo la frase assai marcata. Un po' come dire le cittadine e, fra parentesi, i cittadini. Temo che il rebus sia insolubile. Forse "Tutta la cittadinanza ha pari...". Se poi l'articolo fosse anche applicato sarebbe carino

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