giovedì 12 novembre 2009
A: Redazione Uomini e Profeti
Oggetto: Alla gentile attenzione della sig.ra Gabriella Caramore - A proposito dell'uso del linguaggio
Gentile sig.ra Caramore,
siamo delle donne che da tempo ascoltano la sua bella trasmissione e ci fa piacere che lei sia sensibile all'aspetto femminile dei temi che tratta di volta in volta. Dare voce alle teologhe, alle filosofe, alle mistiche è cosa rara e preziosa e appena ci è possibile ne usufruiamo. Le vorremmo fare delle annotazioni e alcune richieste, sperando ci dia scolto. Sentire ogni volta annunciare "Uomini e profeti" e poi magari ascoltare un'intera trasmissione su Simone Weil ci dispiace: Simone non è un uomo, non è un profeta. Si può fare qualcosa? Spesso puntate intere sulla spiritualità delle donne iraniane, giapponesi, ecc., documenti di cui mai si parla; ma perchè sotto quel titolo? E poi una richiesta: quando ci saluta con la sua bella e pacata voce, perchè ci chiama "ascoltatori"? Noi non siamo uomini,
siamo delle donne. Può fare qualcosa? Altre trasmissioni hanno adottato "ascoltatori e ascoltatrici", e così via.
Facciamo parte di un gruppo che studia l'influenza del linguaggio maschile sulla nostra vita di donne, una delle tante discriminazioni che noi chiamiamo violenza. Come si potrebbe fare perchè la sua trasmissione adotti un linguaggio più corretto, non sessista, rispettoso anche delle ascoltatrici, delle filosofe, ecc.?
Da anni alcuni gruppi di linguiste e militanti femministe in Italia e in altre nazioni studiano e si coordinano per inventare e diffondere un uso non sessista della lingua. Il 23 e il 24 di novembre a Roma, alla Sapienza, si terranno le Giornate di studio su questo tema "Che genere di lingua? Sessismo e potere deiscriminatorio delle parole".
Il nostro gruppo è nato a Pisa, ma ne fanno parte anche donne di altre città, abbiamo anche un divertente blog: www.ilsessismoneilinguaggi.
Grazie per la sua trasmissione, grazie in anticipo per la collaborazione che speriamo ci vorrà dare.
Per il gruppo "Il sessismo nei linguaggi"
Da: uominieprofeti@rai.it
Data: 17/11/2009 20.32
Gentili amiche, grazie per la vostra bella lettera e per il vostro apprezzamento. Quanto al titolo, come ho detto già molte volte, non piace tanto neppure a me, sia per quegli "uomini" che per quei "profeti": tuttavia, lo ripeto, è un titolo talmente "storico" nella rete (credo che sia una delle più antiche trasmissioni di radio tre), che abbiamo deciso di tenerlo, per affezione e per tradizione. Quanto al mio linguaggio, quando si parla di "Menschen" io dico di solito "esseri umani", a meno che non voglia specificare di più la complessità di quegli "esseri"", e allora dico "uomini e donne". Quanto ad altre espressioni, come "ascoltatori", nei quali ovviamente includo anche le "ascoltatrici", scusate, ma talvolta avverto come un po' lezioso lo specificare il genere di chi ascolta, e allora preferisco la più veloce soluzione che la grammatica mi consente.
Oltre al fatto che mi piace anche, forse, tenere "insieme" la famiglia di chi ci ascolta. Conto sul fatto che sia importante dare voce a tutti (e tutte), più che appesantire la grammatica.
Sperando di essere capita, vi mando i miei più cari saluti e auguri di buon lavoro
Gabriella Caramore
UOMINI E PROFETI
www.uominieprofeti.rai.it <http://www.uominieprofeti.
Via Asiago, 10 - 00195 Roma
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