martedì 28 aprile 2009

Alcuni riferimenti bibliografici

Segnaliamo alcuni riferimenti bibliografici che ci proponiamo di aggiornare anche con il vostro aiuto: se conoscete altri riferimenti saremo felici di pubblicarli.
Gli studi più numerosi sono stranieri, a riflettere l'interesse che questo aspetto del linguaggio e del sociale riceve in molti Paesi.

I testi seguono in questo ordine: prima i testi sull'italiano (a partire dai più recenti), poi alcuni in altre lingue.

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Robustelli C. (2007), Il genere femminile nell'italiano di oggi: norme e uso (conferenza presso la Direzione Generale per la Traduzione della Commissione Europea).

Robustelli C. (2007), Il genere femminile nell'italiano di oggi: norme e uso (vedi 1.1):
http://reterei.eu/gruppi/guida.htm#cap2

Lepschy A. et al. (2001), "Lingua italiana e femminile", Quaderns d’Italià: 9-21.

Orletti, Franca (2001), "Il genere: una categoria sociolinguistica controversa", in Orletti, Franca, Identità di genere nella lingua, nella cultura, nella società, Roma, Armando Editore: 7-19.

Robustelli C.(2000), ‘Lingua e identità di genere’, SILTA, XXIX, 507-527 (anche in Saperi e libertà (2000), a cura di E. Serravalle, Progetto Polite, Associazione Italiana Editori, Milano: 53-68).

Adriana Perrotta Rabissi (1998): Parlare e scrivere senza cancellare uno dei due sessi . In: Educare ad essere donne e uomini: Intreccio tra teoria e pratica. A cura di di Eleonora Chiti. Torino: Rosenberg e Sellier

Marcato G. (1995), Donna e linguaggio. Un rapporto difficile? Introduzione, in Marcato Giovanna (ed.) Donna e Linguaggio, Convegno Internazionale di studi Sappada-Plodu, Cleup Padova 1995: 21- 49.

Von Bonkewitz T. (1995), "Lingua genere e sesso: sessismo nella grammaticografia e in libri scolastici della lingua italiana",
in Marcato Giovanna (ed.) Donna e Linguaggio, Convegno Internazionale di studi Sappada-Plodu, Cleup Padova 1995: 99-110.

Lepschy G. (1989) "Lingua e sessismo", in Nuovi saggi di linguistica italiana, Il Mulino, Bologna: 61-84.

Lepschy, G. (1987). "Sexism and the Italian language" In: The Italianist 7, pp. 158-169. "Lingua e sessismo" (1988) - versione italiana ampliata - In: L'Italia dialettale LI, pp. 7-37.

Piussi, Anna Maria (1987)
“Linguaggio e differenza femminile”, pp. 117-128, in Il filo di Arianna, Roma, Utopia.

Sabatini A. (1987), Il sessismo nella lingua italiana, Presidenza del Consiglio dei Ministri, Roma .

Violi, P. (
1986) L’infinito singolare. Considerazioni sulla differenza sessuale nel linguaggio. Verona, Essedue.

Attili, G.; Benigni, L. (1979). "Interazione sociale, ruolo sessuale e comportamento verbale: lo stile retorico naturale del linguaggio femminile nell'interazione faccia a faccia". In: atti del X congresso internazionale di studi SLI. Roma: Bulzoni.

Scafoglio, Domenico; Cianflone, Geppina (1977). "Le parole e il potere. L'ideologia del vocabolario italiano". Messina, Firenze: D'Anna.

Sbisà, M. (1976). "Speech acts e femminilità. Note sul linguaggio dei settimanali femminili". In: Problemi 47, pp. 260-283.

Irigaray L., Parlare non è mai neutro, Editori Riuniti, Roma, 1991 (titolo originale: Parler n’est jamais neutre, Les Editions de minuit, Paris, 1985).

Baranski Z.G.- Vinall S.W. (1987), "Sexism and italian language", in The Italianist, 7: 158-169.

Tamburello, M. (1980). "Sexism in the Italian language". Osnabrücker Beiträge zur Sprachtheorie15,pp.154-166.

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manuale:
Holmes & Meyerhoff (2003), The Handbook of Language and Gender, Wiley.


Giora, Rachel (2001) "Theorizing gender. Feminist awareness and language change", in AAVV, Gender in interaction. Perspectives on femininity and masculinity in ethnography and discourse, Amsterdam – Philadelphia: 329-347.

Irigaray, Luce (Ed) (1990). "Sexes et genrs à travers les langues". Paris: Grasset

Lakoff, Robin (1975) Language and Women’s Place, New York Hagerstown, San Francisco – London, Harper & Row.

McConnell Ginet S., "Language and gender" in F.J. Newmeyer, Linguistic: The Cambridge Survey, IV. Language: The Socio-cultural context, Cambridge University Press, (1988): 75-99.

Tannen, Deborah (1990) ”Gender differences in conversational coherence”, Discourse Processes 13: 73-90.

Tannen D. (1987), That’s Not What I Meant!, Ballantines, New York. (tr.it "Ma perchè non mi capisci?" 1998)

West, Candace Zimmermann, Don (1975) "Sex roles, interruptions and silences in conversation", pp. 105-123 in Thorne, B. e Henley (a cura di), Language and Sex: difference and dominance, Rowley, Massachusetts, Newbury House.

giovedì 23 aprile 2009

Strategie testuali non sessiste

Le nostre segnalazioni e la letteratura che conosciamo ci sembra elaborata sul piano delle strategie referenziali, cioè 'definitorie': si suggerisce da più parti, infatti, di usare nomi femminili dei mestieri, quando possibile; di non usare il maschile singolare o plurale 'generico' e così via.

Quando però proviamo a scrivere testi interi seguendo questi principi, le difficoltà aumentano e la letteratura, a nostra conoscenza, non ci dà delle soluzioni.

Avete provato a scrivere un intero testo non-sessista? come avete fatto? Segnalateci le vostre esperienze e eventuali materiali a riguardo!





postato da jc

domenica 19 aprile 2009

Dizionario etimologico della lingua italiana.

Accogliendo le indicazioni di una lettrice, riproduciamo la copertina del Dizionario etimologico della lingua italiana di Barbara Colonna.

Come sottolinea la lettrice, alle radici della nostra lingua vengono rappresentati dei 'padri'.

Ci possiamo chiedere, come sarebbe una lingua che avesse avuto delle 'madri'? o, meglio, 'madri E padri'?

In quanti aspetti del linguaggio, secondo voi, si riflette l'eredità di un'origine patriarcale e gerarchica della nostra società?








postato da jc

venerdì 17 aprile 2009

Indicazioni e note bibliografiche

Un approfondimento, segnalatoci da un lettore


Il sessimo nella lingua

di Clara MAVELLIA

I. Introduzione[1]

Nel 1970 Mary Key tiene all`Università di Irvine in California un seminario su "Lingua e sesso", molto probabilmente il primo su questo tema. Nel 1975 viene pubblicato il suo libro "Male/Female Language"[2]. Nello stesso anno esce l`importante opera di Robin Lakoff "Language and Woman`s Place"[3], la cui prima parte era già stata pubblicata nel 1973 dalla rivista Language in Society.

Quindi, nel corso degli anni settanta, negli Stati Uniti vengono elaborate e diffuse diverse indicazioni per un uso non sessista della lingua, adottate poi da molte case editrici, associazioni professionali e da autrici/autori di libri di testo per le scuole[4].

Le ricerche sul rapporto donna/linguaggio si sono estese in seguito in molti altri paesi (in Germania nel 1980 esce "Richtlinien zur Vermeidung von sexistischem Sprachgebrauch" di Guentherodt et al.; in Italia nel 1987 "Raccomandazioni per un uso non sessista della lingua italiana" di Alma Sabatini) e trattano due aspetti pricipali:

1. La lingua parlata e scritta dalle donne (differenze fonologiche, lessicali, sintattiche, ecc.) e quella, verbale e non, delle interazioni (garbo, scelta del tema, interruzioni e così via).

2. La donna nella lingua, ossia il sessismo insito nel sistema linguistico ideato e usato dalla cultura patriarcale, da cui la donna è stata esclusa dalle origini fino a poco tempo fa (maschile generico, dissimmetrie morfologiche e semantiche; lemmi, locuzioni e figure spregiative, ecc.).

Si tratterà qui il secondo aspetto e si vedrà come la lingua, che pure è l'unica a disposizione di donne e uomini, sia sessuata in tutte le sue forme e contribuisca alla percezione della donna come inferiore all'uomo.

Per dimostrare quanto la tradizione dell'inferiorità femminile permei il nostro modo di pensare, si daranno anche alcuni esempi di discriminazione e spregio inconsapevole della donna tratti da opere di esperte ed esperti della lingua, ossia di linguiste e linguisti.

Come già accade nei paesi di lingua anglosassone, ci si augura che i contributi alla discussione anche nelle altre lingue superino il livello della confrontazione e della ridicolizzazione, rendendo possibile una collaborazione proficua dei generi biologici in questo ambito di ricerca[5].



la lettura prosegue al link:
http://www.australiadonna.on.net/italian/2009%20March/Mavellia.htm

giovedì 16 aprile 2009

Il curriculum di un 'ministro'


Nei testi, troviamo incertezze nell'uso di termini per riferirsi alle donne.

Se l'uso di un termine non è sempre facile da modificare, scelte diverse nella costruzione delle frasi o una maggiore coerenza potrebbero aiutare a evitare strani effetti stilistici o, talvolta, veri e propri enigmi referenziali.

Riportiamo alcuni esempi. Se ne trovate altri, inviateceli e verranno pubblicati.




http://www.flcgil.it
19-11-2008

Al CUN interviene la Ministra Gelmini, che conferma i tagli al sistema universitario
La sintesi dei lavori del CUN del 18 e 19 novembre 2008

Il 18 novembre ’08 ai lavori del Consiglio Universitario Nazionale è intervenuta la Ministra Gelmini.
Nella sua introduzione ha illustrato a grandi linee il contenuto del decreto legge 180/08.
In particolare ha messo in evidenza l’attenuazione del blocco del turn-over, l’applicazione dei criteri CIVR per l’assegnazione dei 500 milioni di euro, le borse di studio per gli studenti.

Ha poi parlato delle Linee Guida come di un documento programmatico che prelude all’intervento legislativo in materia di reclutamento, valutazione, dottorato, governance, abolizione del valore legale del titolo di studio ecc.

Secondo la Ministra occorrerà procedere in maniera serrata, pur nella disponibilità al confronto.

Nel dibattito che è seguito all’introduzione della Ministra, sono intervenuti i coordinatori delle commissioni permanenti del CUN che hanno puntualmente evidenziato i punti critici del decreto legge 180 e l’insostenibilità di una politica di tagli per il sistema universitario.

Sono poi intervenuti altri consiglieri, tra cui Renato Comanducci.

Nel suo breve intervento ha sottolineato la positività della dichiarazione di voler aprire un confronto sulle Linee Guida, apertura peraltro non spontanea ma dovuta alle grandi mobilitazioni ed iniziativa degli studenti e di tutto il personale universitario. Ha sottolineato come si tratterebbe di un’inversione di tendenza rispetto alla totale assenza di interlocuzione che c’è stato nell’emanazione della Legge 133 e dello stesso decreto 180.

Fondazioni universitarie e abolizione del valore legale del titolo di studio sono due punti assolutamente non condivisibile presenti nelle proposte del Ministro (??).




2008-05-07 20:36
www.ansa.it


MARIASTELLA GELMINI: MINISTRO DELL'ISTRUZIONE
Mariastella Gelmini, 34 anni, avvocato di Desenzano sul Garda (Brescia), single, è coordinatrice regionale di Forza Italia in Lombardia. Eletta alla Camera la prima volta nel 2006, ha fatto tutta la gavetta politica cominciando dal consiglio comunale del suo paese, per passare poi al consiglio provinciale di Brescia (due volte assessore), e al consiglio regionale. Considerata fedelissima di Berlusconi fin dalla prima ora, è subentrata nel maggio 2005 a Paolo Romani alla guida del suo partito in Lombardia. "Sono sorpresa, non avrei mai pensato che Berlusconi mi affidasse un compito così importante" disse il giorno della nomina, aggiungendo che "se non fosse stato per Berlusconi, non sarei mai scesa in politica". Con la politica Mariastella Gelmini ha cominciato nel 1994 a vent'anni, andando a fare la volontaria al coordinamento regionale di FI a Milano, fino a diventarne undici anni dopo il massimo responsabile. Molto vicina al mondo cattolico, vanta ottimi rapporti anche con le componenti laiche di Forza Italia.

venerdì 10 aprile 2009

Il genere tra le righe

Il genere tra le righe:
gli stereotipi nei testi e nei media

quaderno a cura di Laura Moschini

sul link allegato trovi il testo completo
http://www.womenews.net/spip3/spip.php?article3003

domenica 5 aprile 2009

L'evoluzione dell'uomo (e della donna?)

Anche il linguaggio scientifico assume il maschile come 'neutro', anche se difficilmente possono essere interpretate come 'neutre' le immagini: prendiamo qui come esempio il termine seguente:



l'evoluzione dell'uomo








Il livello figurativo non fa che esplicitare ciò che vale anche per i termini: il maschile non è un genere neutro.

Portale: Qui mamme



Segnaliamo un portale che si presenta, per scelta, come 'sessista': cioè destinato solo alle (future) mamme, a fianco di altri portali che coinvolgono anche i padri.


Questa è una scelta di prospettiva che non riguarda i nostri scopi.

Quello che notiamo è che ogni riferimento alla prole e alla medicina è al maschile, anche se, spesso, le foto cercano di compensare questo sbilanciamento:



il sonno dei piccoli
voglio un bambino
bimbi in fiera
il mondo dei bambini

il medico
il ginecologo

mercoledì 1 aprile 2009

Europarlamento contro uso sessista delle lingue

L'Europarlamento e la neutralità di genere. Distribuito vademecum contro uso sessista delle lingue

Scritto da FF
domenica 22 marzo 2009
(Bruxelles) Un vademecum per evitare uso sessista delle lingue. Lo ha predisposto l’Europarlamento, allo scopo di evitare l’uso sessista delle lingue. Appellativi come "Miss" e "Mrs" (Signorina e Signora), Madame e Mademoiselle, Frau e Fraulein, Senora e Senorita, Signora e Signorina, considerati 'politicamente scorretti' perché sono riferiti allo stato civile, e ormai anche all'età, e usati solo per le donne, verrebbero sconsigliati, costringendo gli europarlamentari a rivolgersi alle proprie colleghe usando solo il loro nome completo.

leggi tutto l'articolo

Manifesti politici: la sinistra per tutti/e (!)

Pubblichiamo una delle foto/cartoline proposte da Sinistra e Libertà. Tutte le formulazioni, apparse in anteprima su facebook, si presentano al maschile...creando casi come quello qui riprodotto.


Segnaliamo però che tra le/gli utenti che hanno commentato le foto, qualcuno/a (un ragazzo) ha prontamente segnalato la 'svista', proponendo di eliminare la discriminazione linguistica, in favore di una formula più generale, come 'libertà di amare.'







segnalazione CESVOT

Ancora una piccola vittoria: siamo felici di pubblicare la risposta dell'associazione cesvot!

Vi ringraziamo per la segnalazione e per l'invito che ci rivolgete. Sulla questione da voi sollevata il Settore Comunicazione di Cesvot ha già avviato una riflessione ma, come potete ben immaginare, non è cosa facile mutare certe forme linguistiche senza trasformare i contesti culturali che le hanno prodotte. Comunque la vostra segnalazione ci sprona ad impegnarci per un uso sempre più corretto e non sessista della lingua nei materiali informativi e promozionali di Cesvot.
Cristiana Guccinelli
Responsabile Settore Comunicazione Cesvot


Abbiamo scritto all'associazione cesvot, sperando che tenga presente la nostra "protesta".

Il linguaggio, e il modo in cui lo usiamo, è il principale mezzo di espressione del pregiudizio e della discriminazione. Non soltanto riflette e tiene in vita ogni pratica e valore discriminatorio della nostra società, ma perpetua idee erronee e stereotipi.

Con la presente segnaliamo che troviamo che i vostri depliant informativi abbiano spesso un risvolto sessista e discriminatorio in quanto nominano sempre e solo il singolare e plurale maschile, oscurando la presenza e l'impegno di centinaia di volontarie.

Sappiamo che una riflessione in questi termini è solo all'inizio, ma fiduciose nella sensibilità e correttezza di chi ci legge, chiediamo che i documenti vengano modificati tenendo sempre presente la presenza (probabilmente maggioritaria) delle donne (corsi per volontari e volontarie).

Segnaliamo che questa e-mail è stata citata sul nostro blog http://ilsessismoneilinguaggi.blogspot.com/ e speriamo di poter presto inserirlo nella sezione: "i buoni esempi".
il sessismo nei linguaggi.
gruppo di studio della Casa della Donna di Pisa